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Breve itinerario per prepararci alla visita di papa Francesco a Venezia

Articoli - 21 aprile 2024
Terza tappa: “Vi saluta... anche Marco, figlio mio” (1Pt 5, 13)
Alla vigilia della visita di papa Francesco, successore di Pietro, a Venezia, è significativo e doveroso riflettere sul legame tra Pietro e Marco, e quindi tra la Chiesa di Roma e quella di Venezia.
In una delle sue omelie pronunciate in occasione della festa del patrono, il 25 aprile, il patriarca Francesco faceva riferimento all’esperienza che sia Pietro che Marco avevano fatto della loro fragilità delineando come in uno specchio l’esperienza di chi annuncia il Vangelo anche oggi: “Ogni evangelizzatore conosce la fatica, sperimenta le prove, percorre la via della solitudine e, alla fine, può anche cedere alla tentazione e venir meno. [...] Il futuro evangelista abbandona la missione, causando l’amarezza di Paolo, rientra a Gerusalemme (At 13,13), vive nella comunità ecclesiale, recupera coraggio e forza e, alla fine, lo troviamo a fianco dell’apostolo Pietro, che nella sua prima lettera, lo definisce suo figlio (1Pt 5,13)”.
Marco, scrivendo il suo vangelo, mette in ordine i ricordi di Pietro, e non rinuncia a far emergere anche le sue debolezze: la fatica nel capire la parola di Gesù, la ribellione di fronte all’annuncio della passione, il triplice rinnegamento.
…Questo stretto rapporto tra fragilità umana e forza divina è bene descritto da sant’Ambrogio di Milano nel suo commento al vangelo di Luca: “Pietro soffriva e piangeva, perché aveva peccato come uomo… Sono efficaci le lacrime che lavano la colpa. E quelli che piangono sono quelli sui quali si è posato lo sguardo di Gesù. In un primo momento Pietro lo rinnegò senza piangere... rinnegò di nuovo: non pianse... rinnegò una terza volta: Gesù lo guardò e quello pianse amaramente. O Signore Gesù, guardaci, perché sappiamo piangere il nostro peccato!”.
A distanza di tanti anni, le lacrime di Pietro davanti allo sguardo misericordioso di Gesù, possono sgorgare anche dai nostri occhi. Ne dobbiamo essere convinti. Ce lo ricorda continuamente papa Francesco: “Eh, il problema è che noi ci stanchiamo, noi non vogliamo, ci stanchiamo di chiedere perdono. Lui mai si stanca di perdonare, ma noi, a volte, ci stanchiamo di chiedere perdono. Non ci stanchiamo mai, non ci stanchiamo mai! Lui è il Padre amoroso che sempre perdona, che ha quel cuore di misericordia per tutti noi. E anche noi impariamo ad essere misericordiosi con tutti” (Angelus, 17 marzo 2013).