Breve itinerario per prepararci alla visita di papa Francesco a Venezia
Articoli - 14 aprile 2024
Seconda tappa: Essere Chiesa e stare nella Chiesa
Pochi mesi dopo l’elezione di papa Francesco, è stato pubblicato un volume contenente il dialogo tra l’allora vescovo di Buenos Aires, Jorge Mario Bergoglio, e il rabbino Abraham Skorka. Tra i diversi argomenti affrontati dai due religiosi, c’è anche la situazione e il futuro delle parrocchie: “[La parrocchia] risponde a un bisogno di identità, non solo religiosa, ma anche culturale: appartengo a questo quartiere, a questo circolo, a questa famiglia, a questo culto... dunque ho un luogo di appartenenza, mi riconosco in un’identità”. Adesione e appartenenza dicono il desiderio di tessere dei legami e i legami costano fatica: la parola stessa fa subito pensare a qualcosa che condiziona e che limita, che impone delle cose da fare e degli impegni da assumere.
Oggi, la comunità cristiana, soprattutto quella che viene incarnata dalla parrocchia, per molti si presenta come un “centro commerciale”. Si entra, ci si guarda un po’ attorno, si fa attenzione a quali opportunità ci sono a disposizione, si “prende” quello che serve, e poi... si esce con la stessa disinvoltura con cui si è entrati.
Il problema della stabilità e del senso di appartenenza è presente con sfumature e intensitàdiverse in ogni tempo della Chiesa. Il vescovo Ambrogio, nel IV secolo, così si rivolgeva ai suoi fedeli: “Nessuno sta se non rimane saldo nella fede e non é fondato nello statuto del suo cuore.
…Tu rimani saldo con me, se stai nella Chiesa. La Chiesa é la terra santa, in cui dobbiamo stare, la terra che dà frutti in santità, la terra colma del prezioso raccolto delle virtù… Stai saldo là dove io ti sono apparso, dove io rimango presso di te. Dove é la Chiesa, lì é il luogo sicuro del tuo cuore.”(Lettere 63,41,42).
Stare nella Chiesa per sentirsi Chiesa: “Una Chiesa che è ovunque a casa sua, perché ognuno possa sentirsi a casa sua nella Chiesa” (H. de Lubac, Meditazioni sulla Chiesa).