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Giovanni: la voce; Gesù: la parola

Articoli - 13 dicembre 2009
Non possiamo permetterci il lusso di brontolare se non siamo sempre i protagonisti
"Che cosa dobbiamo fare?" questa semplice domanda è quella che i discepoli di Giovanni pongono al loro maestro: una domanda ingenua ma che rivela una fiducia, una fede grande nei confronti del Battista.
Da questo quesito si capisce che le persone che lo pongono sono in ricerca, si interrogano, non danno nulla per scontato per arrivare alla Verità.
Il Battista cosa risponde loro? Dice di mirare alle cose essenziali, a quelle che non passano cose queste che insegnerà “che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco” cioè il Messia, Gesù
Credo che questa sia la domanda del buon cristiano che, pellegrino nel tempo, ricerca la giusta strada: puntare alle cose che non passano, che danno senso alla storia di ciascuno, che ti aiutano a leggere l’oggi della tua vita con uno sguardo di amore e di speranza.
Possiamo non amare tanto il Battista per la vita rigorosa che ha scelto di fare, ma non lo possiamo non amare per l’esempio che ci dà quello, cioè, di indicare Colui che in pienezza vive questa vita, che si fa nostro compagno di strada, che sostiene il cammino di ogni persona.
Andando in carcere questa settimana ho incontrato anche alcuni tunisini che sono stati arrestati proprio qui, davanti alla nostra chiesa, gente che di certo non vendeva caramelle: ho visto nei loro volti il bisogno di compimento della vita, del tempo che la droga certamente non dava, se non per illusione.
Ho anche assistito alla chiusura del progetto “ombrello” che gli educatori di Marghera hanno fatto assieme ad alcuni ragazzi (tra cui due della nostra parrocchia) e che li ha portati ad avvicinare i luoghi dello spaccio, le vite di queste persone e il modo con cui noi le guardiamo: la povertà più grossa è quella relazionale. Tutti siamo viviamo una grande storia che viene portata avanti i modo - a volte misterioso - dal Dio che quell'uomo che il Battista ha indicato ci ha svelato.
Non possiamo permetterci il lusso di brontolare se non siamo sempre i protagonisti unici e incontrastati, dobbiamo gioire se qualcuno, con amore e carità, ci aiuta a vedere i nostri limiti e ci insegna a tendere la mano l’uno all’altro; ci insegna che la comunità, Marghera, il mondo è fatto da tanti colori, tanti quante sono le persone che lo abitano; che non esiste qualcuno di serie “A” e altri di serie “B”; che tutti, proprio tutti!, possiamo sbagliare; che è bello poter riconciliarsi ogni volta imparando sempre qualcosa di nuovo di sé e degli altri.
Nessuno è perfetto, tutti perfettibili.
Ma senza fidarsi di Dio nulla possiamo fare, ecco perché è importantissima la vita di preghiera che poco viene vissuta e stimolata qui in parrocchia; ecco perché la confessione è l’unica strada per incontrarsi, incontrare l’altro e Dio; ecco perché la Messa è il momento in cui riconoscersi famiglia.
Il Natale ci svela questo: Dio si fa uno di noi per vivere come noi indicandoci la giusta via; l’Avvento ci dice che questa attesa deve essere gioiosa e carica di preghiera.
Buon cammino, per il tempo che resta.
don Luca