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Domenica 31 gennaio, Festa di Don Bosco, l’educatore

Articoli - 31 gennaio 2021
È nota l’espressione di san Giovanni Bosco (1815-1888): «L’educazione è cosa di cuore e Dio solo ne è il padrone». Il cuore per don Bosco è il cuore biblico, il luogo in cui l’uomo decide l’orientamento da dare alla sua esistenza, fortifica la sua volontà e opera scelte concrete, la prima delle quali è l’opzione fondamentale della sua vita.
Alla base dell’educazione sognata da don Bosco c’è la scoperta e il riconoscimento pieno dell’altro, che si realizza nell’incontrarlo, ossia nel raggiungerlo nella profondità del suo cuore. Don Bosco era convinto che «per educare bisogna scendere col proprio cuore nel cuore del giovane e, quando questo risponde, tutta l’educazione è assicurata».
In un tempo, come il nostro, popolato di solitudini laceranti e fortemente segnato dall’individualismo, si sente un cocente bisogno di relazioni interpersonali, che s’esprime come l’essere con l’altro (la compagnia) o l’essere per l’altro (il servizio), ma anche nella consapevolezza crescente dell’essere grazie all’altro (la ricettività).
Benché non avesse mai usato il termine reciprocità, don Bosco ha tenuto questa parola, di fatto, come filigrana nascosta del suo pensiero pedagogico e della sua opera educativa.
Vivere incontri di reciprocità, come quelli che ha vissuto e insegnato don Bosco, suppone amare l’altro con cui si entra in relazione in modo tale da non farlo sentire inferiore, dipendente, subordinato, ma nella favorevole condizione di ricambiare col dono di sé.