Gesù Lavoratore

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Il saluto di Gianluca, il

Articoli - 19 luglio 2009
Gesù e la bellezza che Lui porta si possono incontrare attraverso ogni cosa che siamo chiamati a fare
«Come hai vissuto queste quattro settimane?». Questa è la domanda che mi ha fatto don Luca alla fine del Grest.
Per rispondere a questa domanda farò riferimento ad un risposta che mi ha molto colpito e che ha dato recentemente il nostro Patriarca Angelo ad un giornalista. Il Patriarca la scorsa settimana a commentato la nuova Enciclica del Papa Benedetto XVI Caritas in Veritate in un intervista pubblicata su internet e con un articolo pubblicato sul quotidiano Il Sole 24 ore (www.angeloscola.it).
Nell’intervista il giornalista ha chiesto al Patriarca: «Cosa chiede il Papa ai cristiani impegnati nella società?».
E il Patriarca ha risposto: «Il Papa chiede il coraggio umile di mostrare le ragioni adeguate per incontrare la bellezza dell’avvenimento di Gesù Cristo dall’interno della propria vita quotidiana fatta di affetti, di lavoro e di riposo. Occuparsi di economia, di impresa, di diritti e di doveri, di vita, di tecnica, di fraternità, significa prendersi cura di tutto l’umano.
Ai cristiani è chiesto di assumere questo insegnamento papale domandando con umiltà al Signore l’energia di rinnovare la propria esperienza e la propria testimonianza».
Rispondendo di sì alla proposta di passare parte dell’estate nella vostra parrocchia ho cercato di vivere la vita ‘di tutti i giorni’ con la coscienza che ci chiede il Papa e che ci ha ricordato il Patriarca: mostrare a tutti che Gesù e la bellezza che Lui porta si possono incontrare attraverso ogni cosa che siamo chiamati a fare (affetti, lavoro, riposo). Il Grest, per me come per don Luca e tutti i ‘grandi’ che ci hanno aiutato, è stato proprio un lavoro nel senso che ci ha visti impegnati seriamente perché tutto potesse riuscire al meglio. Ognuno con la propria responsabilità: dal giocare, al preparare il pranzo, alle varie attività, all’organizzazione delle belle gite, etc. Abbiamo testimoniato che è solo per l’incontro con Gesù e la Chiesa è stato possibile vivere bene fino alla fine una proposta come quella del Grest. Abbiamo chiesto oggi giorno, con il momento di preghiera al mattino e alla sera, ma soprattutto con la celebrazione della Santa Messa che abbiamo fatto tutti insieme l’ultimo venerdì, di poter sempre di più imparare a crescere e riconoscere che l’unità tra di noi non c’è solo perché andiamo daccordo, ma c’è perché tutti insieme abbiamo guardato e guardiamo Gesù e la Chiesa (il Papa, il Patriarca e il parroco) come modelli per vivere la vita in modo più bello. E questo è stato possibile perché abbiamo detto di sì ad una proposta che ci è stata fatta.
Andando in gita a Mirabilandia, durante la preghiera in pullman, abbiamo letto qualche frase della stessa Enciclica in cui il Papa diceva: «Ciascuno trova il suo bene aderendo al progetto che Dio ha su di lui, per realizzarlo in pienezza: in tale progetto infatti egli trova la sua verità ed è aderendo a tale verità che egli diventa libero». Commentando questa frase dicevo che il Papa ci trasmette un grande insegnamento: la libertà, quella vera, quella che ci rende veramente felici, non è fare solo quello che ci ‘passa per la testa’, ma è dire di sì, con libertà appunto, ad una proposta che il nostro cuore riconosce come vera. E a noi che abbiamo incontrato Gesù questa proposta la fa la Chiesa. In questa parrocchia di Gesù Lavoratore la fa il Patriarca Angelo attraverso don Luca, al quale ha chiesto di aiutarlo nel suo compito di pastore dalla Chiesa di Venezia.
Quindi la vera sfida che lascio (ai ragazzi e ai grandi) è quella di imparare ad essere liberi davvero dicendo di sì alla proposta di vivere testimoniando quotidianamente la bellezza di aver incontrato Gesù e la Chiesa. Io ho cominciato dicendo di sì al Grest ‘dea Rana’. E oggi sono più contento di quando sono arrivato. Adesso tocca a voi.
Gianluca