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Il bene futuro di una persona è la riconciliazione

Articoli - 17 giugno 2018
Quando insulto, magari anche in macchina nell’ora di punta, ma più spesso per invidia, inizio ad uccidere l’altro, gli tolgo il diritto ad essere rispettabile, uccido il suo futuro. La riconciliazione che ci chiede Gesù è radicale, rispettare la dignità dell’altro e anche la mia. Per fare capire bene il suo insegnamento sul rapporto di amore, di carità con i nostri fratelli, il Signore usa un esempio di tutti i giorni. L’ insulto è squalificare l’altro. Sono insulti antiquati, quelli citati da Gesù, noi abbiamo un elenco di insulti più fioriti, più folclorici, più colorati: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà andare in giudizio. Dire al fratello stupido o pazzo porta alla condanna. Perché l’ insulto è l’inizio dell’uccidere, è uno squalificare l’altro, togliere il diritto di essere rispettabile, è metterlo da parte, è ucciderlo dalla società. Chi è insultato non ha più diritto di parola. Siamo abituati a respirare l‘aria degli insulti. L’ insulto nasce dall’invidia per chi mi minaccia. L’insulto è tanto pericoloso, perché tante volte nasce dall’invidia. Quando una persona ha una disabilità, mentale o fisica, non mi minaccia, e non abbiamo voglia di insultarla. Ma quando una persona fa qualcosa che non piace io l’insulto e la faccio passare come disabile: disabile mentale, disabile sociale, disabile famigliare, senza capacità di integrazione. E per questo uccide: uccide il futuro di una persona, uccide il percorso di una persona. È l’invidia che apre la porta, perché quando una persona ha qualcosa che mi minaccia, l’invidia mi porta a insultarla. Quasi sempre c’è l’invidia lì. Tanta gente con l’anima verde di invidia. Riconciliazione è passare dall’invidia all’amicizia. Gesù è così radicale. La riconciliazione non è un atteggiamento di buone maniere, no: è un atteggiamento radicale, è un atteggiamento che cerca di rispettare la dignità dell’altro e anche la mia. Dall'insulto alla riconciliazione, dall'invidia all'amicizia. Questo è il percorso che Gesù ci dà oggi. Se non insultiamo, lasciamo crescere gli altri. Non è facile questo. Ma pensiamo: che bello non insultare mai. È bello, perché così lasciamo crescere gli altri. Che il Signore ci dia questa grazia.
papa Francesco