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La Pasqua genera la grazia della fraternità

Articoli - 8 aprile 2018
Con la sua morte e Risurrezione Cristo ha “sconfitto il peccato”, fonte di “separazione”, cominciando a “tessere la rete di una nuova fraternità” senza la quale non si può realizzare una “autentica comunità ecclesiale o civile”. Da qui nasce la nostra “responsabilità” di cristiani. Il “lunedì dell’Angelo” cos’ è chiamato perché il primo annuncio della Risurrezione viene dato, alle donne corse al sepolcro, proprio da un “messaggero di Dio”. Vi è un “significato in questa presenza angelica”: Ci voleva un essere superiore per comunicare una realtà così sconvolgente, talmente incredibile, che forse nessun uomo avrebbe osato pronunciarla. Dopo questo primo annuncio, la comunità dei discepoli comincia a ripetere: «Davvero il Signore è risorto. Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone» (Lc 24,34). Dal mistero pasquale nasce come un frutto, la "fraternità", la vittoria sul "peccato" fonte di "separazione". Per questo la Pasqua è un “giorno di festa” e di “famiglia” in cui si sente il bisogno di “stare con i propri cari”: Gesù ha abbattuto il muro di divisione tra gli uomini e ha ristabilito la pace, cominciando a tessere la rete di una nuova fraternità. È tanto importante in questo nostro tempo riscoprire la fraternità, così come era vissuta nelle prime comunità cristiane. Riscoprire come dare spazio a Gesù che mai separa, sempre unisce. Non ci può essere una vera comunione e un impegno per il bene comune e la giustizia sociale senza la fraternità e la condivisione. Senza la “grazia della fraternità” dunque non c’è comunità ma solo “insieme di individui" raggruppati dagli stessi interessi”. Ma la Pasqua di Cristo ha “ fatto esplodere nel mondo “ anche un’ altra novità”: la novità del "dialogo" e della "relazione" che per i “cristiani è diventata una responsabilità": Ecco perché non possiamo rinchiuderci nel nostro privato, nel nostro gruppo, ma siamo chiamati a occuparci del bene comune, a prenderci cura dei fratelli, specialmente quelli più deboli ed emarginati. Solo la fraternità può garantire una pace duratura, può sconfiggere le povertà, può spegnere le tensioni e le guerre, può estirpare la corruzione e la criminalità. L’angelo che ci dice: “É risorto”, ci aiuti a vivere la fraternità e la novità del dialogo e della relazione e la preoccupazione per il bene comune.
papa Francesco