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Purificare la Chiesa, a partire da noi stessi, per farla crescere

Articoli - 12 novembre 2017
Omelia di Papa Francesco
Edificare la Chiesa, custodire la Chiesa e purificare la Chiesa". Su queste tre direttive si è sviluppata la riflessione del Papa nell'omelia della Messa mattutina a Santa Marta, nel giorno della dedicazione della Cattedrale di Roma, "madre di tutte le Chiese", un titolo che sta a significare - ha spiegato papa Francesco - non un "motivo di orgoglio ma di servizio e di amore". Anzitutto, "edificare la Chiesa": ma qual è il fondamento della Chiesa? È Gesù Cristo, ha ricordato il Papa. "Lui è la pietra d’angolo, in questo edificio. Senza Gesù Cristo non c’è Chiesa. Perché? Perché non c’è fondamento. E se si costruisce una chiesa - pensiamo a una chiesa materiale - senza fondamento, cosa succede? Crolla. Crolla tutto. Se non c’è Gesù Cristo vivo nella Chiesa, crolla". E noi, cosa siamo?" Si è chiesto Francesco. "Siamo delle pietre vive", non uguali, ognuna differente, perché "è questa la ricchezza della Chiesa. Ognuno di noi costruisce secondo il dono che Dio ha dato. Non possiamo pensare a una Chiesa uniforme: questo non è Chiesa”. Quindi, "custodire la Chiesa", avendo coscienza - ha raccomandato il Papa - dello Spirito di Dio che abita in noi. 
"Quanti cristiani, oggi, sanno chi è Gesù Cristo, sanno chi è il Padre perché pregano il Padre Nostro? Ma quando tu parli dello Spirito Santo… "Sì, sì… ah, è la colomba, la colomba", e finiscono lì. Ma lo Spirito Santo è la vita della Chiesa, è la tua vita, la mia vita …Noi siamo tempio dello Spirito Santo e dobbiamo custodire lo Spirito Santo, a tal punto che Paolo consiglia ai cristiani di “non rattristare lo Spirito Santo", cioè di non avere una condotta contraria all'armonia che lo Spirito Santo fa dentro di noi e nella Chiesa. Lui è l’armonia, lui fa l’armonia di questo edificio".
Infine, "purificare la Chiesa", a partire da noi stessi: "..noi siamo tutti peccatori: tutti. Tutti. Se qualcuno di voi non lo è, alzi la mano, perché sarebbe una bella curiosità. Tutti lo siamo. E per questo dobbiamo purificarci continuamente. E anche purificare la comunità: la comunità diocesana, la comunità cristiana, la comunità universale della Chiesa. Per farla crescere".
da Avvenire