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La Trasfigurazione di Gesù

Articoli - 16 marzo 2014
II domenica di Quaresima - Il rischio della fede
La vita è un cammino verso una mèta. Ciascuno porta nel cuore aspirazioni, progetti e ideali a volte confusi. Per poterli perseguire e realizzare si cerca qualche chiarezza, qualche presenza significativa, qualche segno che indichi la direzione, qualche sprazzo di luce che chiarisca ciò che solo si intravede.

La meta della fede
La quaresima è un itinerario verso la Pasqua, punto vertice dell'anno liturgico e significato ultimo di ogni nostra scelta. Il cammino è lungo e non sempre agevole, anche se pervaso di speranza. La vita cristiana è posta sotto il segno della tentazione e Dio può sembrare lontano, assente. Il silenzio di Dio può suscitare smarrimento e sconcerto. Ma colui che ha scelto Dio e si fida di lui sa che la sua vita avrà un esito positivo. Nella trasfigurazione, la Chiesa intravede in quello di Cristo il senso e l'orientamento del proprio esodo: la gloria della risurrezione, inscindibilmente congiunta allo scandalo della croce (cf prefazio). 

Parentesi di luce
La trasfigurazione si pone a un punto critico della vita e del cammino di Gesù e dei discepoli. Chiamati alla sequela del Maestro, a una vita di comunione con lui, i discepoli faticano a riconoscere con lucidità il mistero della sua persona. L'incertezza e l'incomprensione riaffiorano di continuo e diventano scandalo quando Gesù comincia ad annunciare apertamente la sua passione (cf Mt 16,21-23). La prospettiva di una morte violenta, del rifiuto e dei fallimento risultano inconcepibili e inconciliabili con le loro attese. Anche se Gesù nei suoi annunci congiunge la morte con la risurrezione, l'insegnamento rimarrà inefficace prima della Pa­squa e della Pentecoste. Egli allora prende l'iniziativa ed offre a tre discepoli il privilegio di contemplare per un attimo la gloria sfolgorante della sua persona e lo sbocco del suo cammino.
I segni che accompagnano questa Pasqua anticipata (la luce, la nube, la voce) sono caratteristici della manifestazione di Dio. Il Padre indica in Gesù il Figlio «prediletto», il Servo disponibile al compimento della sua volontà (cf Is 42,1), destinato al sacrificio e alla gloria; la nube è il segno dello Spirito che indica in Gesù il luogo della divina presenza.
Importante è la voce che risuona come un invito perentorio: «Ascoltatelo» (cf accl. al vang.; colletta; antif. di com.). Ascoltare significa accogliere la persona di Cristo, obbedire alla sua Parola, dunque seguirlo. La vita cristiana è un impegno alla sequela di Cristo sulla via della croce, per arrivare alla luce e alla gloria: «indicò agli apostoli che solo attraverso la passione possiamo giungere con lui al trionfo della risurrezione» (prefazio).
Fonte: www.maranatha.it