Non ci sarà più alcun tempio
Articoli - 5 maggio 2013
Nel vangelo di questa domenica Gesù promette ai discepoli e a noi la venuta dello Spirito perché «insegni» e «ricordi»: è questa la missione del «Consolatore» entro l'arco di tempo che si snoda tra la salita di Gesù al Padre (Pasqua-Ascensione) e il suo ritorno (nella parusia); questa è pure la certezza della Chiesa che, camminando nella storia, deve continuare a credere in Cristo senza vederlo. Per questo è necessario farsi guidare dallo Spirito, per ricordare e capire, nella fede, la parola dei Signore Gesù, per accettarla come sempre viva e operante.Una Chiesa che sceglie la libertà.
Un esempio concreto di come la Chiesa può e deve lasciarsi guidare dallo Spirito è offerto da una situazione vissuta dalla comunità apostolica. Un aspro dibattito era sorto a proposito delle osservanze giudaiche: si dovevano imporre ai convertiti dai paganesimo o no? Paolo e Barnaba si fanno difensori della libertà cristiana, la libertà dello Spirito, e ricevono l'approvazione dei Concilio di Gerusalemme (cf prima lettura).
L'episodio può considerarsi paradigmatico riguardo alla edificazione e allo sviluppo della Chiesa, che non può essere ostacolata da difficoltà e contrasti sempre in essa risorgenti. In ogni tempo, a qualsiasi livello, le tensioni si compongono secondo la linea seguita dalla comunità apostolica: rivolgersi ai responsabili investiti di un mandato; invocare lo Spirito, leggere e comprendere le singole situazioni, trattare le questioni alla luce della fede e della parola del Signore; ispirarsi ai principi della vera libertà nella missione verso gli altri.
Lo Spirito che insegna ogni cosa darà la chiarezza di visione e di pensiero necessarie a coloro che hanno il mandato di «reggere» la Chiesa di Dio, perché cammini e cresca nella carità. Dagli avvenimenti della Chiesa apostolica alle situazioni presenti nelle comunità cristiane, è sempre lo Spirito che guida la Chiesa, finché sarà riempita della «gloria» di Dio e «illuminata» dalla luce trasfigurante dell'Agnello.
La Città santa che discende dal cielo
La seconda lettura ci dà il senso definitivo della Chiesa che si costruisce nel tempo: essa prepara la Città santa, la Chiesa dei salvati, luogo di incontro di tutti gli uomini e di piena comunione con Dio. Non bisogna vedere in questa Città santa, in questa nuova Gerusalemme né la Chiesa del presente né la Chiesa futura come perfetta realizzazione di quella attuale. Si tratta di comprendere che, attraverso un dinamismo di progressiva spiritualizzazione, si prepara nel presente (il tempo, la storia) una realtà completamente nuova: il Regno «risplendente della gloria di Dio» (v. 10). Dovunque si verifica una spinta e una convergenza delle forze vive della Chiesa e dell'umanità verso una maggiore libertà degli spiriti e delle coscienze, verso un maggiore amore che è energia suprema la quale sospinge irresistibilmente a purificare, elevare, perfezionare l'esistenza per l'edificazione di un mondo più degno dell'uomo; dovunque ciò avviene, lì è in opera lo Spirito di Dio e il Regno è in gestazione.
I cristiani devono essere come dei «veggenti», al pari dell'apostolo Giovanni; penetrare con il loro sguardo «più lontano» di ciò che coglie lo sguardo comune; leggere gli avvenimenti alla luce di Dio; e, in questa luce, riconoscere già i bagliori, la topografia... della città santa che scende da Dio.
In questa visione la novità radicale è che non c'è più il tempio visibile e materiale perché la presenza dei Signore è pienamente svelata e definitiva. E terminato il regime sacramentale, vige quello della comunione: Dio è pienezza di ogni cosa. Ciò richiama la relatività dei «segni» dell'incontro con Dio, che pure sono necessari nella condizione della Chiesa pellegrina. E come tali perdurano nel tempo, anche se destinati a scomparire.
Uno di essi è l'assemblea eucaristica: annuncio e, in qualche modo, anticipo della nuova realtà, la Città santa che viene dal Cielo. Essa stessa infatti, l'assemblea eucaristica, è il luogo della presenza di Dio, tempio vivente della lode e della comunione (anche se ancora imperfetta). E i battezzati che la compongono sono a loro volta, singolarmente, tempio di Dio per opera dello Spirito che abita in ciascuno di loro.
Così, tutti insieme e singolarmente, i membri dell'assemblea liturgica formano la vera Gerusalemme spirituale: animata dallo spirito di libertà e di amore. In essa Gesù Cristo - l'Agnello - viene ad abitare per rendere un culto perfetto al Padre. E in unione con lui e con tutta la Chiesa, l'assemblea celebrante rende gloria a Dio, mentre prega per tutti gli uomini chiamati a partecipare alla salvezza offerta da Cristo.
Fonte: www.maranatha.it