Ti aspettavamo Papa Francesco
Articoli - 17 marzo 2013
Il papa dalle “fine del mondo”
È proprio vero: il Buon Dio stupisce sempre!Contro tutte le previsioni, contro tutti i calcoli umani, contro tutte le candidature, da questo conclave è uscita una persona inaspettata che da subito si è fatta notare.
Diamo tempo al tempo, ma credo che a partire da questi suoi primi gesti, papa Francesco abbia già dato prova di una certa novità del suo pontificato: più semplice, meno formale, ricco di umanità...
Sulla vita di papa Francesco giornali e telegiornali in questi giorni hanno detto molto iniziando, da subito, a fare gossip di bassa lega. Quello che mi ha personalmente fatto riflettere sono le parole che lui ha detto nella messa di ringraziamento lo scorso 14 marzo nella Cappella Sistina quando, lasciano da parte l'omelia già pronta in latino e parlando in italiano, ha sottolineato l'importanza di prendere la croce e da li partire per camminare, edificare e confessare. Riporto alcuni passaggi della suo omelia, credo siano utili anche a noi, oggi.
Camminare: la nostra vita è un cammino e quando ci fermiamo, la cosa non va. Camminare sempre, in presenza del Signore, alla luce del Signore, cercando di vivere con quella irreprensibilità che Dio chiedeva ad Abramo, nella sua promessa.
Edificare. Edificare la Chiesa. Si parla di pietre: le pietre hanno consistenza; ma pietre vive, pietre unte dallo Spirito Santo. Edificare la Chiesa, la Sposa di Cristo, su quella pietra angolare che è lo stesso Signore. Ecco un altro movimento della nostra vita: edificare.
Terzo, confessare. Noi possiamo camminare quanto vogliamo, noi possiamo edificare tante cose, ma se non confessiamo Gesù Cristo, la cosa non va. Diventeremo una ONG assistenziale, ma non la Chiesa, Sposa del Signore. […]
Questo Vangelo prosegue con una situazione speciale. Lo stesso Pietro che ha confessato Gesù Cristo, gli dice: Tu sei Cristo, il Figlio del Dio vivo. Io ti seguo, ma non parliamo di Croce. Questo non c'entra. Ti seguo con altre possibilità, senza la Croce. Quando camminiamo senza la Croce, quando edifichiamo senza la Croce e quando confessiamo un Cristo senza Croce, non siamo discepoli del Signore: siamo mondani, siamo Vescovi, Preti, Cardinali, Papi, ma non discepoli del Signore.
È una verifica che viene chiesta anche a noi: su cosa e come è fondata la mia vita di cristiano? Sulla Croce? Su false illusioni? Su me stesso?
In attesa di ascoltare la sua omelia in occasione della messa di inizio pontificato, noi siamo chiamati tutti a pregare con lui e per lui, per il bene della Chiesa.
don Luca