In attesa del Patriarca
Articoli - 6 novembre 2011
Per prepararci ad accoglierlo
Iniziamo oggi una rubrica che ci aiuterà a capire il ruolo del vescovo all'interno della diocesi. Noi che stiamo attendendo il nostro vescovo, il Patriarca appunto, ci prepariamo così ad accoglierlo quando il Santo Padre lo nominerà.Vale fin da adesso, però, il pregare per lui chiedendo allo Spirito Santo che ci doni un pastore secondo il suo cuore perché sappia mettere in pratica quanto san Pietro ci comunica quando dice: “Esorto gli anziani che sono tra voi, quale anziano come loro, testimone delle sofferenze di Cristo e partecipe della gloria che deve manifestarsi: pascete il gregge di Dio che vi è affidato, sorvegliandolo non per forza ma volentieri secondo Dio; non per vile interesse, ma di buon animo; non spadroneggiando sulle persone a voi affidate, ma facendovi modelli del gregge. E quando apparirà il pastore supremo, riceverete la corona della gloria che non appassisce”. (1 Pt 5, 1-4)
Dal Catechismo della Chiesa Cattolica
n° 861 “Perché la missione loro affidata venisse continuata dopo la loro morte, [gli Apostoli] lasciarono quasi in testamento ai loro immediati cooperatori l'incarico di completare e consolidare l'opera da essi incominciata, raccomandando loro di attendere a tutto il gregge, nel quale lo Spirito Santo li aveva posti per pascere la Chiesa di Dio. Essi stabilirono dunque questi uomini e in seguito diedero disposizione che, quando essi fossero morti, altri uomini provati prendessero la successione del loro ministero” [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 20; cf San Clemente di Roma, Epistula ad Corinthios, 42; 44].
n° 862 “Come quindi permane l'ufficio dal Signore concesso singolarmente a Pietro, il primo degli Apostoli, e da trasmettersi ai suoi successori, così permane l'ufficio degli Apostoli di pascere la Chiesa, da esercitarsi ininterrottamente dal sacro ordine dei vescovi”. Perciò la Chiesa insegna che “i vescovi per divina istituzione sono succeduti al posto degli Apostoli, quali pastori della Chiesa: chi li ascolta, ascolta Cristo, chi li disprezza, disprezza Cristo e colui che Cristo ha mandato” [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 20].