La città dei miracoli
Articoli - 29 maggio 2011
Si riscoprono molte cose, molte piccole cose che in realtà non sono scontate ma ci vengono donate
Buongiorno, mi chiamo Christian e sono uno dei vari ragazzi che ha partecipato al Pellegrinaggio a Lourdes organizzato dall'"U.N.I.T.A.L.S.I. Triveneta" nel corrente mese di maggio.Diciamo che personalmente non ho mai troppo considerato l'idea di andare a Lourdes, ma il pensiero di provare una sana nuova esperienza e la possibilità di aiutare in maniera concreta persone meno fortunate di me e spinto anche dalla curiosità di vedere di persona la “Città dei miracoli", mi hanno spinto a partire.
Di voci su Lourdes ne ho sentite molte, dai miracoli più strani, a inebrianti descrizioni della grotta, così nel lungo viaggio in treno la mente, come è normale penso, fantasticava un po' su questo posto così particolare. Finalmente, dopo 21 ore di treno passate senza troppo pesare, si arriva a questa stazione, molto umile, ma ben organizzata.
In pochi minuti la gente e i malati scendono, le valigie e i medicinali vengono scaricati, si arriva al Salus Infirmorum (l'ospedale dell'U.N.I.T.A.L.S.I.) e si sistema il materiale, mentre le persone raggiungono gli alloggi. Quello che mi colpisce finora è l'organizzazione, la rapidità e la precisione con cui tutto viene organizzato e svolto, una cosa non facile da realizzare quando si muovono 500 persone per quasi 1000 Km.
Arriva sera e la stanchezza inizia a farsi sentire, ma l'invito da parte di un sacerdote ad andare a vedere la Grotta, assieme ad altri compagni di viaggio, viene ben accolta, così ho la possibilità di vederla per la prima volta!!
Giunti li, nel perimetro di silenzio e preghiera davanti all' antro, la sensazione che si avverte è particolare, difficile da spiegare. Da un lato si intuisce l'importanza di questo luogo, dall'altro la semplicità è disarmante, in quanto è una semplicissima grotta, con una statua della Madonna, inserita in un anfratto della roccia, che “domina" la zona antistante il luogo sacro, ma in se, racchiude una sensazione di mistero, imponenza e allo stesso tempo naturalità.
Ma questo è solo il primo giorno, il resto è una sensazione, un'emozione che cresce man mano che passa il tempo.
Fisicamente è un'esperienza molto dura, soprattutto se, come me, si fa il barelliere, per tutta la settimana, si partecipa alle messe la mattina alle 6.15, molto spesso la sera alle 21 ci sono delle cerimonie e durante tutto il giorno si è sempre in piedi e disponibili ad aiutare. Immagino che per le Sorelle, addette all'assistenza dei malati al Salus, non sia molto più facile, in quanto l'assistenza è molto impegnativa.
Ma tutto ciò non viene visto come un peso, è un esperienza unica, aiutare ti aiuta, ti sottolinea la fortuna che hai, molti semplici gesti per noi banali sono in realtà quasi impossibili per certe persone.
L'aria che si respira è di armonia, una sensazione a cui solitamente non si è abituati, ci si sente veramente parte di una Famiglia!
Si riscoprono molte cose, molte piccole cose che in realtà non sono scontate, non sono nostre, ma ci vengono donate; una frase così, anche a me risultava scontata, di circostanza, ma qui, a Lourdes, capisci veramente cosa vuol dire.
La settimana vola veloce, e dentro di te sai che i sentimenti che hai provato non sono altro che una piccola parte di qualcosa più grande.
E così ritornarci rimane per me un'ottima idea per l'anno venturo e per te un'esperienza che ti consiglio.
Christian De Spirt della parrocchia della Madonna della Salute di Catene