I miei primi giorni da prete
Articoli - 28 giugno 2009
Chiedo al Signore di non abituarmi mai a dire messa
Carissimi amici di Ca’ Emilianianzitutto devo ringraziare tutti per la partecipazione alla mia ordinazione sacerdotale e alla prima messa: sicuramente tutti spiritualmente, e qualcuno anche fisicamente.
E' stato davvero un bel momento per me: oltre ad avere la conferma della vicinanza di tante persone, ho davvero cambiato vita.
Come si sta?
Non è facile rendersi conto di essere preti; non perché sia difficile, o perché "doveva cambiare qualcosa e invece non è cambiato nulla"; anzi, mi accorgo man mano che passano i giorni che concretamente è davvero cambiato poco, non ho avuto particolari sconvolgimenti dal punto di vista esteriore. E' cambiato molto, però, "l'interno": il problema è che non è così facile rendersi conto!
In questi primi giorni in cui dico messa è proprio strano "essere dall'altra parte", e sapere che le proprie mani possono far cambiare il pane e il vino nel corpo e sangue di Gesù. Quello che continuamente chiedo al Signore è di non abituarmi mai a dire messa, a non dirla in modo scontato perché tanto "si va avanti lo stesso"...
Sento forte il bisogno di ringraziare tutta la gente di Ca' Emiliani: se sono prete così, come sono, è anche grazie al tempo passato in patronato. Non potrò mai dimenticarmi nella vita del tempo trascorso lì, e non smetterò mai di portare con me tanti aneddoti accaduti a Ca' Emiliani per raccontarli alla gente. Sono fiero di aver passato alcuni anni con la gente di Ca' Emiliani, perché penso mi abbia davvero formato, mi abbia davvero fatto crescere: in patronato ho imparato a relativizzare molte cose, a stare tranquillo e sereno anche di fronte alle situazioni più difficili, a fare sempre tutto quello che si poteva fare e nulla più, a vivere in un clima di famiglia e di familiarità dato da chi effettivamente ha frequentato il patronato.
don Filippo Ici