Festa di don Orione
Articoli - 10 maggio 2020
Cosa ci direbbe Don Orione se gli chiedessimo qual è stata la sua esperienza di Dio e della carità, della carità che salva il mondo? Con questa domanda ci presentiamo anche noi a Don Orione, oggi, e dovremo farlo continuamente nel futuro. Egli potrebbe dirci semplicemente: "L'anima mia magnifica il Signore. Egli ha guardato al suo povero servo e grandi cose ha fatto in me, facchino, asinello, straccio della sua Divina Provvidenza (Lc 1, 47-49)". Poi, vedendo che siamo noi, suoi figli e figlie, a fargli una simile domanda, si aprirebbe a un sorriso, specchio di quanto ha ricevuto da Dio e di quello che vuole trasmettere a noi, persone a lui care. Penso che continuerebbe più o meno così. Eh, cari fratelli e figli miei. La carità, la carità è Dio. La carità è la presenza di Dio nell’anima. La carità è una gioia e un fuoco che ti prende, ti esalta e ti fa umile, ti urge dentro, Charitas Christi urget nos! Sì, amare Dio e amare i fratelli sono due fiamme di un solo sacro fuoco. Noi dobbiamo chiedere a Dio non una scintilla di carità, ma una fornace di carità da infiammare noi e da rinnovare il freddo e gelido mondo. Religione e carità sono così unite, che non si possono scindere. Pensare un cristianesimo ed una Chiesa senza carità sarebbe un assurdo!"Deus caritas est, Dio è carità. La vita di Dio è vita di carità. La vita di Dio è la sorgente della carità che è la vita dell’uomo. La carità è come il fiume montano, ha la sorgente in alto. Lo Spirito Santo diffuso nei nostri cuori ci dà la vita di Dio. Preghiera e sacramenti, miei cari. Viviamo nello Spirito Santo del Signore e vivremo la carità."