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Mio Signore e mio Dio!

Articoli - 12 aprile 2015
La domenica della Divina Misericordia - Un'irrefrenabile voglia di concretezza
Oggi c'è una gran voglia di concretezza! Ad essere protagonista della pagina evangelica - evidentemente assieme a Gesù - è l'apostolo Tommaso che, contrariamente a tutto quello che si dice di lui, ha bisogno di una grande concretezza e vuole poter dire con cognizione di causa che la sua vita ha realmente incontrato la Vita vera, la Vita nuova che è Gesù!
A questo incontro Tommaso arriva certamente non da solo: ha bisogno dei suoi amici (che oramai sono la sua famiglia) ed è proprio a seguito del loro annuncio e del suo scetticismo che Gesù, quasi per fugare ogni dubbio, si presenta davanti a lui facendogli pronunciare quella bellissima professione di fede, tanto semplice quanto profonda: "Mio Signore e mio Dio!".
Tommaso ha avuto bisogno di concretezza, ha voluto metterci le mani, toccare, verificare... ma ha anche avuto bisogno di essere guidato, aiutato, introdotto a questo incontro decisivo da altri. Questa di Tommaso è, infondo, anche la nostra esperienza: anche noi abbiamo bisogno, oggi più che mai, di fare esperienza di Gesù risorto; abbiamo bisogno, oggi più che mai, di vedere testimoni credibili (e non incredibili) di una fede bella e gioiosa; abbiamo bisogno di avere le ragioni della nostra fede per poterle dare a nostra volta.
Ecco che qui, in questo percorso, come una perla preziosa si incastona il dono della Misericordia, quasi a dire che il modo con cui noi oggi possiamo toccare Gesù risorto e partecipare della sua vita nuova è la capacità di trovare e donare misericordia. Perché la Chiesa sia credibile - sembra suggerirci san Giovanni Paolo II che ha voluto questa festa - la Chiesa deve essere fucina, culla e promotrice di misericordia, e i cristiani... i cristiani devono essere reali, veri. Non superuomini, ma uomini che come canta Marco Mengoni sanno essere umani; sanno cioè incontrare fatiche, sbagli, gioie, dolori, dubbi... insomma uomini che in maniera imperfetta sanno testimoniare la perfezione che è Dio!
In questo quadro noi oggi viviamo anche un momento gioioso e bello: la prima comunione di tre nostri amici. Tommaso, Giada e Gaia oggi incontrano in modo del tutto speciale Gesù, lo fanno loro. Gesù diventa una parte di loro…che dono infinitamente grande quello di poter arrivare alla Comunione! Ogni volta che ci penso resto stupito della mia abitudine e della mia incredulità: Dio, l'onnipotente, si fa piccolo come un pezzetto di pane; si fa fraglie e limitato per poter entrare, con la discrezione che Gli è propria, nelle nostre vite, nella mia storia. Ma da questo incontro, proprio come è capitato a san Tommaso, la vita può (e deve) cambiare.
Ecco il bisogno di concretezza che tutti noi abbiamo e che i nostri amici più piccoli oggi ci richiamano come importante per loro e per noi, deve passare attraverso questo piccolo pezzo di pane nel quale c'è tutto Dio; questa concretezza deve passare attraverso la nostra vita per renderla capace di misericordia a partire dalle nostre miserie; deve renderla speciale partendo dalle consuetudini delle nostre giornate.
Dio non è un urlatore, un giullare, una persona che attira la nostra attenzione perché fa cose chissà quanto strane: Dio è colui che con semplicità e tanto, tanto rispetto chiede se può entrare nella nostra vita per renderla più capace di comunione con gli altri, di comprensione per gli altri...
Auguri, allora, ai nostri tre piccoli amici e un impegno per noi adulti di imparare da san Tommaso la concretezza della fede in Gesù!
don Luca