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L'esperienza della GMC

Articoli - 25 settembre 2011
Da Madrid assieme ai giovani di Gesù
Eccomi! Finalmente mi viene chiesto di condividere la mia esperienza della GMG con le persone con cui condivido la vita in parrocchia!
Sono passate 5 settimane dal mio ritorno e moltissime sarebbero le cose da dire, mi limito qui a scrivere in modo molto semplice alcune delle cose mi sono rimaste nel cuore, in modo che tutti, anche i più piccoli, abbiano la possibilità di leggere e capire.
Per chi volesse ho altri scritti, un po’ meno leggeri, tra cui tutte le testimonianze del gruppo di cui facevo parte (SS Francesco e Chiara), reperibili da don Luca.
“Sarà molto dura” , “Dormirete all’interno di scuole, palestre o edifici simili” ,“Dovrete camminare ( -> sudare un sacco) ed adattarvi a ciò che troverete”; erano solo alcuni degli avvertimenti che tutti mi davano, cose che leggevo in giro o semplicemente pensieri che formulavo nella testa. Un po’ servivano ad intimorirmi, un po’ a prepararmi, un po’ ad incoraggiarmi. Incoraggiarmi?? Esatto, avevo formulato nella mia mente un desiderio pulsante di mettermi alla prova, di testarmi, e più venivo a conoscenza delle difficoltà che avrei potuto incontrare più venivo spronato da questa mia voglia di scoprirmi a partecipare. Voi direte: un pazzo! Ebbene no, ero arrivato ad un punto della mia vita in cui le cose così com’erano non mi bastavano più, ebbene sappiate che la colpa non era delle cose, era invece dei miei occhi!
che non sapevano metterle sotto la giusta luce. Ecco, la GMG è stata la mia visita dall’oculista. A Madrid si viveva per le strade dalle 8 del mattino alle 11 di sera, ed in una palestra (in 440!) dalle 11 della sera alle 8 del mattino. Le prime notti sono state veramente difficili, grazie al cielo la mia mamma mi ha messo nello zaino dei tappi per le orecchie di cera nonostante io le abbia detto “ma cosa vuoi che mi servano!!” con tono alto. Oh, la mamma! Se non ci fosse la mamma come faremmo a dormire tranquilli?
Di certo a Madrid non ne sarei stato capace.
Miei vicini di posto sono stati due seminaristi, il nostro Mauro e Herman, ragazzo argentino (lo scrivo perchè la vedo come una ricchezza) veramente molto buono, ogni sera si lavava prima di me perchè sapeva che avevo perso le ciabatte e doveva prestarmele, questo vuol dire per me essere buoni.
Mauro invece era sempre che brontolava perché gli invadevo lo spazio, Mauro è molto brontolone; fatto stà che riuscivamo a lavarci ogni sera il che non era per niente poco. Durante i momenti ricreativi si visitavano musei o monumenti storici importanti, ricordo la coda di 1.40 h per visitare “El Prado” (museo di quadri anche molto importanti).
Per pranzare e cenare avevamo un blocchetto di buoni e dovevamo fare a botte con gli altri due milioni di pellegrini che cercavano cibo affamati tanto quanto noi; mangiavamo in ristoranti convenzionati, accettavano il buono e ci rifilavano o un panino o un qualche tipo di sbobba per pellegrini. Bello. Soddisfava a pieno la mia idea di “test”.
Ovviamente una prima messa inaugurativa, seguita da 3 momenti veramente importanti, forse per me, a livello di fede, i più importanti di tutta la GMG. Erano tre catechesi con tre differenti vescovi in tre giorni consecutivi. Un’intera mattina di catechesi seguita da messa. Per ogni catechesi, ovviamente, un piccolo pensiero che brevemente riporto qui.
“la conoscenza del cuore va oltre la conoscenza dei dati”; quante volte abbiamo visto qualcuno compiere una cosa che dal nostro punto di vista sembrava scorretta e domandarci “ma com’è possibile che abbia fatto questa cosa?”.
Ebbene, vedere una cosa con gli occhi non è sufficiente per poterla giudicare (ahaha, un giorno lo imparerò anche io), è un dato, ma a volte i dati sono falsati dalle circostanze, ciò che conta è ciò che noi sappiamo di quella persona, ho fiducia in lei? Si, allora sono convinto che quel dato abbia una spiegazione, e prima di giudicare cercherò quella spiegazione.
Io conosco il cuore di quella persona, questo è sempre sufficiente.
“Pregate per le future persone con cui condividerete la vita, affinchè il Signore ci faccia incontrare una persona piena dei doni dello Spirito Santo”; non ci avevo mai pensato, pregare per quella persona, essere già sicuro che esista mi aiuta a superare vili tentazioni, ed in realtà mette anche nel cuore già una dose di felicità considerevole. È già quasi come mettersi le lenti a contatto per vedere meglio!
“Non riduciamo la felicità al piacere”; E qui mi ripiombò sulla faccia tutta la storia del profeta Elia romanzata nel libro “Monte Cinque” di Coelho. Elia ha fatto tutto il contrario di quello che un uomo pieno di logica avrebbe potuto fare, e l’ha fatto andando contro se stesso il più delle volte. Il Signore gli diceva di aspettare, il nemico era alle porte della città e il Signore gli diceva di non attaccare, ma di aspettare. La città fu rasa al suolo. Allora il Signore insegnò ad Elia a ricostruire dalle macerie. Ecco, la felicità nasce anche dalla sofferenza, e mi rifaccio anche a parte della musica che suono, (Marino ne sa qualcosa!), musica che stona, eh si, la felicità spesso è anche stonata! La felicità non è qui e subito, la felicità va costruita.
Il Papa lo abbiamo accolto nel pericolo, rischiavamo di venir schiacciati, veramente! E non dimenticherò mai all’accoglienza il calore insopportabile dell’asfalto, era doloroso starci seduti sopra. E son queste le cose che ti rimangono eh.. Centinaia di migliaia di persone sedute sull’asfalto cocente. A Cuatro Vientos ci siamo anche beccati la pioggia! Immaginate due milioni di persone in un aeroporto, immaginatele tutte belle pronte per la notte, i teli distesi, i sacchi a pelo pronti ed ora immaginate la pioggia che inizia a cadere. Il delirio. Sempra proprio come nel libro di Coelho! Caspita, quante coincidenze. Fatto sta che io me ne son stato con Andrea e Marco sotto un ombrello a ridere come un deficiente, e caspita quanto è stato bello. Del Papa in realtà non ho sentito quasi nemmeno una parola, non lo ho nemmeno visto, però credo che Cristo ci fosse ugualmente, me lo dicevano gli occhi delle persone che ridevano, e che dalla pioggia si riparavano. Alla fine siamo riusciti a dormire lo stesso, la pioggia è durata poco, abbiamo girato i teli e abbiam risistemato tutto (caspita, eravamo veramente bene organizzati!).
La mattina abbiam celebrato la messa con il Papa senza però comunicarci. La gente potrà dire quello che vuole, ma secondo me il corpo di Cristo c’era, e lo abbiamo preso tutti. Noi abbiamo avuto la fortuna anche di toccarlo, di vederlo, di udirlo. Per questo per me era insensata la proposta di andare a comunicarci la sera. Beh, alla fine mi ci son ritrovato dentro, è stato meglio di quel che credevo, non abbiam solo preso l’eucarestia, abbiam creato un altro momento di condivisione, ben sia! Due è meglio di uno!
Il test ha avuto un inizio lodevole ma sicuramente non è sufficiente, il cammino spero sia in salita come è stato per quest’esperienza, una salita non sempre perfetta eh.. una salita stonata! Come credo sia giusto debba essere. Un ringraziamento lodevole a tutti voi che mi avete permesso di partecipare a questa esperienza, un ringraziamento anche ai miei più veri amici, stimolo per cui ho deciso di prendere parte al viaggio, ed infine un ringraziamento ai miei compagni di viaggio che sempre hanno rafforzato il desiderio di vivere al meglio questa GMG.
Gichi