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Pentecoste: festa del coraggio cristiano

Articoli - 23 maggio 2010
L'umiltà rinnovata dallo Spirito Santo
Non è cosa poi tanto passata e tanto meno strana sentire parlare di integrazione, di rispetto, così come molto si è parlato - e se ne parlerà - di clandestinità, di “persone diverse” con lingue e culture diverse. Da qui nasceva quella sensazione di insicurezza che ci ha accompagnato per molti mesi che, a mio modo di vedere, era una sensazione e niente di più.
Accostavo questi pensieri con una frase del libro degli Atti degli Apostoli quando, dopo aver ricevuto lo Spirito Santo, gli apostoli escono e parlano lingue diverse tanto che le persone li radunate, che provenivano da diverse parti, dicono “udiamo parlare nelle nostre lingue delle grandi opere di Dio” e questo fatto li turba perché li sorprende.
Lo Spirito Santo da la capacità alle persone di comprendersi, di parlare la stessa lingua, di avvicinarsi e discutere della vita, dei fondamentali della vita, delle cose importanti, della propria esistenza.
Oggi ci troviamo in una situazione molto simile e, nel contempo, molto differente: la globalizzazione ci fa essere molto vicini tra noi, i social network come Facebook, messenger (questi sono per i più tecnologici tra noi…!) mettono in contatto centinaia di migliaia di persone di origine, ceto sociale, religione differente; l’immigrazione ci ha resi più vicini tra noi, ci ha fatti condomini di uno stesso palazzo, compagni di scuola, di gioco, colleghi d’ufficio...eppure c’è qualcosa che ci distanzia e ci impedisce di dialogare serenamente.
Ma il punto è che questa fatica non riguarda il rapporto tra italiani e stranieri, ma anche quello tra italiani e italiani: amici, fratelli, coniugi...si fa fatica a capirsi, a comprendersi, a perdonarsi.
Ricordo con un po’ d’invidia alcuni momenti della mia fanciullezza quando, soprattutto d’estate, in campiello a Venezia noi bambini giocavamo tranquilli sotto l’occhi vigile dei nonni e dei genitori che, seduti con le “careghe” portate da casa, stavano amabilmente a conversare di tutto tra loro con semplicità… Forse è proprio questa che manca oggi, la semplicità! Potremmo dire ancora meglio forse dicendo che ci manca l’interesse gratuito verso gli altri: fare qualcosa, aiutare qualcuno, spendere del tempo per l’altro rischia di non essere più contemplato nella vita di oggi, dove una delle cose che tutti ti inculcano nella testa è il produrre. Questo leva la gratuità, l’empatia e logora i rapporti, tutti i rapporti.
Oggi noi invochiamo “Signore manda il tuo Spirito e rinnova la faccia della terra” perché riscopriamo la bellezza della relazione per il bene dell’altro, perché ridiamo valore alla fatica, perché i nostri incontri non siano filtrati da passaporti o permessi di soggiorno, ma nascano dalla voglia di incontrare, di vivere, di conoscere umanità a volte duramente ferite.
Dacci, o Spirito Creatore, il gusto per capire come possiamo lasciare questo mondo migliore di come lo abbiamo trovato non per metterci sotto i piedi piedistalli di onnipotenza, ma per rispondere sempre meglio alla nostra vocazione di servire; fornisci una buona lente d’ingrandimento a tutti noi perché sappiamo scovare, con rispetto e dolcezza, nelle pieghe più profonde della vita nostra e altrui i macigni che ci bloccano nelle nostre posizioni; dacci ali di aquila per imparare a volare in alto così da vedere in un unico sguardo questa nostra umanità per la quale Gesù Cristo ha dato la vita; dacci anche un buon telescopio perché non ci stanchiamo mai di guardare verso il cielo per imparare a portarne un po’ sulla terra. Ti chiediamo anche di farci trovare quella brocca e quel catino, si quelli che ha usato Gesù nel Cenacolo prima di morire, per non farci mai dimenticare che è questa la vocazione alla santità: servire l’altro... ogni altro!
Per finire solo un’ultima cosa: ci servirebbe un buon bastone, robusto, della misura giusta per ciascuno di noi, che duri quanto è nel cuore del Buon Dio...a cosa ci serve? Ci serve perché a volte non abbiamo tanta voglia di sostenerci a vicenda e se è vero quello che ho letto da qualche parte che, cioè, gli uomini hanno un’ala sola e che per volare hanno bisogno di abbracciarsi almeno così non cadremo per terra.
Buona festa dello Spirito Santo a tutti!
don Luca