Gesù Lavoratore

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Ascoltare per aver occhi nuovi

Articoli - 15 febbraio 2009
Perché nulla resti scontato
Capita, a volte, di ritrovarsi con vecchi amici, compagni di studio, gente con cui si sono condivisi momenti importanti o semplici divertimenti. E allora si inizia a ricordare tutto quello che si è vissuto assieme, momenti sereni, altri un po' meno; ci si ridipinge a partire da come si era per arrivare a come si è oggi. Se poi queste persone sono state non solo compagni di studi, ma sono diventate la tua famiglia con la quale hai condiviso sei anni di seminario, 24 ore su 24 assieme, beh... la cosa si fa ancora più interessante! E cosi durante la scorsa settimana in un clima di (quasi) silenzio ho vissuto gli esercizi spirituali assieme ai preti del nostro Patriarcato. Ogni tanto - ma sempre con rispetto per il clima di raccoglimento silenzioso che ha caratterizzato la settimana - ci si lasciava andare ai ricordi e spesso mi tornava in mente la frase solenne e imperativa che mi si rispondeva quando, soprattutto all'inizio della mia vita in semiario, chiedevo il perché delle cose: “si è sempre fatto così!!!”. A me non garbava molto perché sembrava che dentro il bellissimo palazzo del Longhena il tempo si fosse fermato mentre appena varcato il portone venivi catapultato in un'altra dimensione.
A pensarci bene il “si è sempre fatto così!!!” è la frase che più si addice a tutte le vicende di disputa legate alla vita di Gesù: non si può guarire nessuno il sabato perché è sacro e “si è sempre fatto così!!!”; i lebbrosi vanno emarginati perché pieni di peccati, perché “si è sempre fatto così!!!”; i Samaritani non possono pregare il Dio d'Israele perché hanno un tempo per conto loro e comunque “si è sempre fatto così!!!”…
Piano piano, lentamente, Gesù ha aiutato chi si è lasciato incontrare da Lui a buttare via il “si è sempre fatto così!!!” e ad iniziare a chiedersi “ma perché si è sempre fatto così? È giusto, ha senso oppure ci sono altre risposte?”. Questo è un po' quello che capita oggi per tanta gente che non ha voglia di capire, o che si accontenta di andare dietro la grande massa di persone, senza un perché.
Sono gli animi rassegnati del “tanto oramai...” che - forse per paura - non colgono l'invito che viene anche dalla Parola di Dio quando dice “Ecco, io faccio nuove tutte le cose” (Ap 21,5) e ad entrare con passione nell'oggi, a non rassegnarsi né alla povertà, né al degrado, né a quelle persone che sono a rischio, né a chi è costretto a vendere il suo corpo, né a che la fede rischi di diventare un suppellettile della vita, né che i giovani siano schiacciati dalla noia, né che i valori li si riscopra a volte troppo tardi. È la vita , la persona che Gesù ci ricorda è importante, sacra, fatta a immagine e somiglianza di Dio; è verso di lei che io - uomo del 2009 - devo spendermi, giocarmi, compromettermi perché, in fondo, tutti abbiamo bisogno di tutti e nessuno, neppure la persona che ha scelto la vita più solitaria, può pensare di vivere isolato da tutti.
Allora io mi domando se per caso non mi sono abituato del luogo in cui vivo, con le sue luci e le sue ombre; se non mi sono abituato della mia famiglia; se non mi sono abituato della fede, agli amici, al degrado…
Se così fosse speriamo che qualcuno a me vicino, qualcuno che mi vuole bene, sappia scuotermi dal torpore e farmi riaprire gli occhi e le orecchie perché io possa vedere e sentire per vivere la vita e il mondo che mi circondano non per abitudine, ma perché mi interessa e da quella e per quella io sappia incontrare ogni giorno il Buon Dio che mi ricorda che solo Lui può far “nuove tutte le cose”.
don Luca